martedì 14 Maggio 2024
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Alla ricerca della socialità perduta. Nasce la figura del distanziatore sociale

Torneremo a vivere come prima? Saremo amichevoli e sociali? O nell’egoismo ci tapperemo sempre più in casa chattando con smartphone e pc?

Hanno detto che si ritornerà gradualmente alla vita normale. Intanto resteranno chiusi fino a fine maggio bar e ristoranti, luoghi della socialità indiscussa, del conviviale e del caffè espresso oltre che della chiacchierata veloce. Ma tarderanno ad aprire anche barbieri, parrucchiere ed estetiste, centri di socialità mica da poco, con quel chiacchiericcio da novelle lavandaie che teneva alto il morale delle donne (e degli uomini) coi pettegolezzi mondani e pruriti neanche tanto nascosti. Ci mancheranno quei risolini stolti mentre si lanciano confidenze nelle trombe d’Eustachio dell’interlocutore.

Il rigurgito liberticida di alcune direttive governative (motivate, eh) rimandano a quelle limitazioni che il popolo italiano conosce bene: sono vietati gli assembramenti di più di tre persone in luoghi pubblici e luoghi di lavoro. Certo, non siamo arrivati a certi paradossi, ma è il momento di cominciare delle riflessioni.

Il distanziamento sociale sarà necessario (e probabilmente sarà punibile) sino a che non sarà trovato un antidoto efficace contro il Covid-19. Pensate alle riunioni nelle sedi politiche: sempre meno gente potrà parteciparvi se un partito possiede pochi mq, e allora torneranno di moda i comizi nelle pubbliche piazze, solo che al di là di una difficoltà nell’avere una concessione vi sarà una nuova figura di operatore della Pubblica sicurezza: il distanziatore sociale, uomo in divisa bianca, a metà tra un biologo del Ris e un ingegnere Nasa, armato di igienizzanti paralizzanti contro i trasgressori.

Saremo costretti a comunicare esclusivamente tramite telefonini cellulari e pc? Ci accontenteremo delle emozioni a distanza, schermati?

Immaginate, la planimetria di un bar e di un ristorante che dovrà essere completamente rivoluzionata, coi divisori in plexiglass tra tavoli annullando confidenze istantanee e nuove amicizie, col maître che al posto del menù avrà nel taschino il metro da architetto, la cameriera e il banconista del bar invece di accogliervi con un ‘buongiorno’ o con ‘la Juve ha rubato anche ieri’ si raccomanderanno di consumare (velocemente) il caffè al bancone o al limite di ordinarlo tramite una gattaiola tipo McDrive. Per non parlare dei concerti, delle fiere, delle pièce, degli incontri con gli scrittori: abbeverarsi alla cultura sarà per pochi e sempre più difficile. Perderemo la gioia e l’istintività di stare insieme. Una tristezza infinita. Ma dobbiamo reagire per creare una nuova credibile socialità.

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