domenica 28 Aprile 2024
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Ciao Charles Webb, scrittore ricco de ‘Il Laureato’, che visse in povertà

Si è spento il 16 giugno Charles Webb, lo scrittore autore de ‘Il Laureato’, da cui è stata tratta una fortunatissima pellicola. Si spogliò delle sue ricchezze e visse una vita errabonda.

Lo ammetto. perché l’ipocrisia non m’appartiene. Quando scrivo poi sono più me stesso che quando mi sbatto come social media manager (comunicatore fa troppo provinciale) nel mondo delle imprese alla ricerca di un ingaggio. Così, dicevo, quando scaravento i miei personaggi e i miei slanci negli altrove letterari che creo nei miei romanzi sono veramente me stesso. Come dico, ho sognato una vita alla Bukowski poi però m’è toccata da vivere una vita alla José Cavalcanti, che non è nemmeno tra le peggiori. Così, leggo che se n’è pacificamente andato nel mondo dei più Charles Webb, l’autore noto per il romanzo ‘Il Laureato’ da cui è stato tratto un film fortunatissimo e dalla colonna sonora ancora più assai molto fortunatissima assai ancora. Beh, di Charles sapevo poco e nulla, sapevo molto di più di Bukowski e di Hunter Thompson (e di Cavalcanti, of course), e credo che si sia tolto un peso dal cuore quando ha reso i coglioni a Dio. Scrittore baciato ancor prima dalla vita agiata che dal successo, ha regalato e schifato ogni sua ricchezza, da quelle di famiglia a quelle dovute alla sua creatività letteraria. Ha avuto una sorta di crisi di rigetto della vita, pur continuando ad amarla lo stesso, ha avuto quel coraggio ardimentoso di cui difettiamo un po’ tutti, gli scrittori, intendo. Quelli che si dipingono un po’ melò e maledetti, un po’ introversi e difficili, molto irriducibili e personaggi quasi costruiti, alla fine poco se stessi e molto alla ricerca di un successo o di un assegno che ti permette di tirare avanti ancora un po’ e sperare nel grande colpo domani. E già, il domani. Sticazzi il domani, pensava e diceva Charles Webb, perché per vivere è necessario essere coerenti di pensare quello che si dice e dire quello che si pensa. Vabbeh, direte voi: è facile, sei ricco, ti spogli dei tuoi averi, hai avuto successo, segui le orme di San Francesco d’Assisi, tanto ormai il tuo nome è stato consegnato all’eternità per quel film osannato dal mondo. Beh, proprio no. Non è che Charles, nella sua furiosa inquietudine interiore, abbia pensato, detto e fatto di, eccheneso, affrontare il cammino di Santiago, battere la Patagonia, salpare per le Svalbard, ritirarsi alle Montserrat, sfanculare la socialità e rintanarsi in un buco di culo di montagna in Bhutan. No, ha trascinato con sé la sua compagna di sempre, ha procreato due figli, ha continuato a scrivere nella sua vita errabonda, ha sofferto la fame e la povertà ma ha sorriso della vita e della coerenza. E ha continuato a vivere nel modo come noi non abbiamo mai avuto il coraggio di fare: dire quello che pensiamo e pensare quello che diciamo. E, scusate, questo non è poco.

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