mercoledì 15 Maggio 2024
HOME > L'ESTATE DEL MIRTO SELVATICO > Di Mambro: “Corri dietro ai personaggi come fossero attori di Muccino”

Di Mambro: “Corri dietro ai personaggi come fossero attori di Muccino”

Recensione della giornalista Graziella Di Mambro.

 

Una bottiglia di estratto di mirto selvatico impolverata, custodita per venti lunghi anni in attesa di berne un sorso, credendo che fosse un sorso di verità. L’immagine più nitida, dolente e insidiosa dell’ultimo romanzo giallo di Gianluca Campagna non lascia in pace il lettore anche quando la lettura di questa storia è finita. “L’estate del mirto selvatico” è una brutta estate di morte, la fine dell’adolescenza per un gruppo di ragazzi che al mare del Circeo trovava spensieratezza, amore, passione, sesso, tradimento, amicizia profonda. Il 3 luglio del 1990 tutto questo si interrompe bruscamente, per la scomparsa di uno del gruppo, Dracula, un nomignolo che dice tutto e niente del giovane attorno al quale ruota l’impianto de libro. Molti anni dopo quel luglio terribile, uno della comitiva dell’epoca, che nel frattempo è diventato uno scrittore ironico e dannato, ripercorre a ritroso e fino alla fine cosa accadde e lo fa con spirito investigativo, seguendo ciò che annuncia un giornale, ossia il ritrovamento di resti umani in una grotta del Circeo. Ma non è un investigazione come altre, non è oggettiva, non è lucida bensì malata, condizionata dal rapporto che Federico, chiamato Barabba dagli amici dell’epoca, aveva con lo scomparso e con tutte le figure teatrali del romanzo, ossia gli amici che erano sul luogo della tragedia e nei dintorni in quel pessimo 3 luglio.
Federico Canestri, lo scrittore-giornalista, inventato da Gianluca Campagna perché fosse il protagonista di questo giallo è un tipo che non ti offre mai una tregua e ti costringe a seguirlo nella sua inchiesta personalissima, nelle sue ricostruzioni con gli ex del gruppo, ora così cresciuti, anzi invecchiati. Leggendo devi per forza andare dietro a Federico, fumare le sue “Pall Mall”, svenire dall’emozione davanti al profilo della Maga Circe, mangiare, bere, bestemmiare, fare battute, persino odiare la sua ex moglie che lo ha mollato pensando di essere una gran donna pronta a diventare famosa, a qualunque costo. Lui, per questo, arriva a detestarla, a paragonarla a una prostituta poiché la ama ed è disperato.
Il punto di forza dell’ultima fatica di Campagna è proprio questo, è l’energia, quasi violenta, con cui Federico trascina il lettore e per stargli dietro devi correre, correre veloce e sempre come gli attori nei film di Gabriele Muccino.
Ama i libri gialli Gianluca Campagna, li legge e li scrive. Questa volta ha messo in campo una bella prova di maturità per le edizioni “Fratelli Frilli”, Collana Supernoir, e lo ha fatto concedendo malinconia e romanticismo al protagonista che è un rude solo in apparenza e nelle prime righe. La bellezza del Circeo, del mare, del lago è debordante, come al solito, per la sua superba magia. Perché, probabilmente, è inevitabile restare ammaliati dalla Maga.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *