domenica 28 Aprile 2024
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Electomagazine: romanzo dallo stile inconfondibile e storia intrigante

grazie a Bartolo Collo e alla sua magnifica recensione su electomagazine

Cosa fa la differenza tra uno scrittore, per così dire “normale”, e uno bravo? Tra le altre cose lo stile, vale a dire quel “quid” che ci permette di riconoscerlo dopo aver letto anche solo una pagina di un suo libro.
Gian Luca Campagna, nello specifico, è proprio uno di questi. Non solo sa costruire storie intriganti e molto ben costruite, ma possiede uno stile inconfondibile, che si può riscontrare anche nel suo ultimo romanzo “La Scelta della Pecora Nera” (pp. 296, 18€) recentemente uscito presso i tipi di Historica, la meritevole casa editrice di Francesco Giubilei.
In questo nuovo lavoro dello scrittore di Latina ricompare José Cavalcanti, l’investigatore privato “politicamente scorretto” che già avevamo avuto modo di conoscere nel precedente “Il Profumo dell’Ultimo Tango” uscito nel 2017.
Se allora Campagna denunciava il dramma dei “desaparecidos” e soprattutto dei loro bambini rapiti per essere dati in adozione ad altre famiglie, ora le indagini di Cavalcanti si spostano dalla natia Argentina in Uruguay. Ma l’obiettivo resta la denuncia delle brutalità dei regimi polizieschi o militari che, protetti dagli USA, hanno calpestato le libertà dei popoli sudamericani nel corso degli ultimi decenni del secolo scorso.
Che cosa hanno in comune l’indagine di cui si occupa Cavalcanti con le vicende antecedenti di una quarantina d’anni riguardanti una Tupamaros in cerca di farsi una nuova vita e un giornalista che indaga sulla scandalosa vicenda che portò all’organizzazione del Mundialito all’inizio del 1981 (un evento sportivo che, tra le altre cose, ha cambiato in modo radicale la comunicazione televisiva riguardante il calcio e che vide protagonista un non ancora impegnato in politica Silvio Berlusconi)?

Per scoprirlo occorrerà arrivare alle ultime pagine di questo eccellente romanzo.
Dal momento che si tratta di una trama poliziesca, è buona norma non rivelare di più sul suo intreccio. Basti sapere che alla fine della lettura si avrà l’impressione che i contenuti “gialli” siano secondari rispetto alle intenzioni dell’autore. Il romanzo infatti prende piano piano la forma di un atto di denuncia nei confronti di tutti i poteri politici che, allo scopo di mantenersi in vita, scelgono di violare le fondamentali libertà dei cittadini.
Da questo punto di vista, pur se trasportato in un altro luogo e, in parte, in un altro tempo, il libro diventa di straordinaria attualità, e ci consente di riflettere su quanto oggi il “potere” abbia imparato la lezione. Niente più carceri e torture: è sufficiente trovare il modo per convincere i sudditi che la cancellazione delle libertà avviene per il loro bene e per la conservazione della loro salute. Ma in un caso e nell’altro lo strumento principale per “mantenere l’ordine” è sempre lo stesso: la paura.
Vale pertanto la pena di leggere questo nuovo romanzo di Campagna. Ma un plauso va anche alla casa editrice che è riuscita a includere nella propria scuderia questo eccellente scrittore. E che ha confezionato un prodotto editoriale molto curato a partire dall’ottima scelta dell’immagine di copertina.

La pecora nera contro il potere che prospera sulla paura

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