mercoledì 15 Maggio 2024
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Il cielo è sempre più blu. Grazie alle donne

Il cielo è sempre più blu. Eh sì. In un Paese dilaniato ideologicamente, la bandiera azzurra resta il collante per una società sempre più conflittuale, di classe e di etnie. Se è vero che gli italiani vanno alla guerra come a una partita di calcio e a una partita di calcio come alla guerra (Churchill docet), restiamo un Paese nel pallone che cerca –e trova- nel calcio un senso di comunità tipicamente latino, dove concentrare gioie e frustrazioni della vita. In un momento buio per l’azzurro pallonaro (le tristi esperienze dei Mondiali 2010 e 2014 e la non partecipazione al 2018) ecco che i mass media spingono per allietarci rispetto all’attuale grigiore politico e culturale. Ampio spazio alle qualificazioni europee degli azzurri di Mancini, altrettanto all’Under 20, ancora a quella dell’Under 21, da sempre trampolino di lancio per la Nazionale maggiore. E poi tutto il can can mediatico (e non da balletto del Crazy Horse, eh) per le azzurre impegnate al Mondiale francese. Qua, addirittura, il pubblico sembra impazzito, le testate giornalistiche più autorevoli diventano autoritarie concedendo spazi e spazio, applaudendo le geometrie di gioco e incensando le cosce muscolose delle ragazze terribili. Al di là della qualità del gioco che non metto esteticamente in discussione (è calcio femminile, eh. Ma lo dico senza sarcasmo, riferito alle basse ironie dei palati fini innamorati della Champions League), ci sono due-tre aspetti che mi fanno riflettere: la grinta delle donne quando giocano non concede sconti, rullano come cinici compressori le avversarie (chiedere all’allegra brigata thailandese travolta dalle Marines americane per 13-0), poi c’è qualche pecca discriminante (stavolta ironica) nella figura arbitrale poiché non c’è la sparuta presenza maschile in una sorta di applicabile par condicio. E, poi, consentitemelo, l’aspetto più culturalmente e sociologicamente esaltante: quando le donne segnano una rete ti urlano in faccia, se ne sbattono se stanno avanti di sette reti e le avversarie sono in ginocchio fragili e impacciate, continuano a cercare di gonfiare la rete con un’ostinazione tipicamente femminile. Per noi maschiacci la palla che si insacca è una sorta di coito, per questo quando segniamo la settima rete a malapena ci congratuliamo, loro, le donne, invece, a ogni rete esultano come se avessero figliato. Ecco, se per noi è seduzione maschia che diventa routine, per loro diventa la prosecuzione della specie. Diventa vitale. E questo, consentitemelo, è bellissimo.

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