domenica 19 Maggio 2024
HOME > PALLONI GONFIATI > Il ritorno di Balotelli somiglia alla poesia ‘Itaca’ di Kavafis

Il ritorno di Balotelli somiglia alla poesia ‘Itaca’ di Kavafis

Il ritorno nel campionato italiano di Mario Balotelli non somiglia tanto alla parabola del figliol prodigo, somiglia (forse) a una splendida poesia di Konstantinos Kavafis dal sintetico titolo ‘Itaca’, che però lascia ampi margini alla fantasia poetica che alberga dentro ognuno di noi. “Quando ti metterai in viaggio per Itaca/devi augurarti che la strada sia lunga/fertile in avventure e in esperienze/I Lestrigoni e i Ciclopi/o la furia di Nettuno non temere/non sarà questo il genere di incontri/se il pensiero resta alto e un sentimento/fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo”.

Balotelli e le reti alla Germania a Euro 2012

Lo ammetto, appartengo a quella schiera di sportivi amanti del calcio che hanno visto nei muscoli e negli scatti di SuperMario Balotelli un mandingo delle aree di rigore, tanto che nell’estate degli Europei 2012 in maniera fanciullesca stampai su una maglia una foto che lo ritraeva in posa apollinea dopo la seconda botta regalata alla Germania, lo inserii in una ipotetica prima pagina della Gazzetta con il titolo sparato ‘Razza padrona’, una burla con la complicità della legge del contrappasso (del contrabbasso, avrebbe corretto il mitico Andrea G. Pinketts), lui, vittima spesso di buuuu razzisti che regola con due perle i figli di Hitler. Vabbè era un gioco estivo che certo non offendeva nessuno. Ci credevo a Mario, l’azzurro gli donava, poi però s’è smarrito, tra i derby conflittuali dentro di lui (“Tifo Inter? No, Milan. Tifo Milan? No, Inter”), i litigi col mister che lo aveva coccolato (Mancini, futuro ct della Nazionale, che lo strattona durante un allenamento al City), le cassanate quotidiane date di proposito in pasto ai giornalisti per alimentare gossip e scoregge post-adolescenziali.

Le parentesi a Nizza e Marsiglia 

Poi, dopo il fugace ritorno al Milan, eccolo di nuovo girovagare per l’Europa, su sponda più italiana e multietnica che francese, perché Nizza e Marsiglia appartengono per natura ed estrazione a due porti franchi, due seni che accolgono in modo materno avrebbe cantato l’aedo del noir mediterraneo Jean Claude Izzo. Certo, a Marsiglia è più facile camuffarsi che ritrovarsi, data la multiculturalità della città e infatti Mario pure lì s’è smarrito, pur segnando reti a grappoli. E poi l’ultimo capitolo, ancora tutto da scrivere, sebbene la smargiassata (divertente per me, lo ammetto) al porto di Napoli con tanto di scommessa e tuffo con il motorino gli ha acceso i riflettori addosso. Ora se ne sta a Brescia, a due metri da Lumezzane, la sua prima casa, è tornato a un’età (29 anni) in cui sarebbe dovuto stare tra i blancos di Madrid e gli azulgrana catalani, invece il destino ha deciso che dovesse vestire un’altra chance lumbard in Italia. Stasera sfiderà la Juventus, che sì che è razza padrona senza impertinenti giochi di parole, e lui vivrà un altro campionato come se fosse un’altra chiamata verso il riscatto con la maglia amica del Brescia, magari proverà a riconquistare quell’azzurro che continua a respingere. Com’era che cantava Konstantinos Kavafis? “Devi augurarti che la strada sia lunga/Che i mattini d’estate siano tanti/quando nei porti (finalmente e con che gioia)/toccherai terra tu per la prima volta…”. Ecco, Balo è tornato nella sua Itaca, forse ora ha quella maturità di cui ha difettato nei precedenti porti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *