Una bufala. O una fake news. O semplicemente una trovata promozionale, degna declinazione della guerrilla marketing. A ogni presentazione (o a ogni intervista) mi chiedono sempre che il romanzo ‘L’estate del mirto selvatico’ è partito da un fatto di cronaca reale, datato 1990, accaduto al Circeo. Beh, no. Ho inventato tutto, con tanto di prima pagina del quotidiano Latina Oggi, resa vintage con notizie dell’epoca, che ha reso più credibile la storiella.
Nella notte del 3 luglio 1990 mentre tutta l’Italia è incollata davanti alle tv per seguire la semifinale di Coppa del mondo di Italia 90 tra gli azzurri e l’Argentina di Maradona ecco che sul monte Circeo scompare un ragazzo, inghiottito nel nulla, durante una passeggiata con gli amici. Come ha fatto a scomparire?, è finito in mare?, è precipitato in una cavità carsica? Non c’è nulla di vero, ma sì di verosimile, è da qui che parte la ricerca della verità da parte del protagonista Federico Canestri.
Ecco il contenuto della prima pagina di Latina Oggi:
Una classica escursione che si trasforma in dramma e, col trascorrere delle ore, assume i contorni della tragedia. L’altra notte, a San Felice Circeo un ragazzo, A.C., 15 anni, affetto da fotofobia, insieme a degli amici ha voluto provare l’ebbrezza di una passeggiata sul crinale del promontorio del monte Circeo. Una passeggiata affrontata per osservare e ammirare i tramonti unici che colorano Sabaudia. Contrariamente ad altri coetanei, il gruppo di adolescenti non ha visto la partita della Nazionale di Vicini, la semifinale di Coppa del Mondo Italia-Argentina terminata ai calci di rigore, ma ha fatto probabilmente male i conti con l’orario e i ragazzi si sono attardati fino a smarrire il sentiero durante il ritorno. Le ricerche dei Vigili del Fuoco e dei numerosi volontari sono incessanti.
