sabato 18 Maggio 2024
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La preghiera del Papa per scacciare le tenebre del virus

Pentitevi e rimettete i vostri peccati perché dopo non ci sarà più tempo. S’era detto: se ai tempi del Covid-19 il potere politico prima abdica alla scienza è legittimo in questo momento virulento, se abdica pure alla religione mala tempora currunt. Per carità, max rispetto per chi crede, ma per qualcun altro credere perché si è giunti al momento del Giudizio Universale è un tantinello ipocrita. Pervasi da sempre da uno scetticismo simpatizzante (il piano B pronto), assisteremo quest’oggi alle 18 a un particolare momento di preghiera di Papa Francesco, con la benedizione eucaristica “Urbi et Orbi”, in una piazza San Pietro deserta e che richiama a pellicole distopiche (altro che quelle suggerite da una buonista BBC). Urbi et Orbi, cioè “alla città e al mondo”, vale a dire la solenne benedizione impartita dal papa ai fedeli di Roma (la città, ŭrbe) e del mondo (ŏrbe), quindi rivolta non solo alla città di Roma ma anche a tutto il mondo cattolico.
Della benedizione che rischiara le tenebre si legge sul sito ufficiale del Vaticano, www.vaticannews.va, dove il pontefice invita a partecipare spiritualmente tutti i fedeli a questo momento di preghiera collettiva. Misericordia e perdono, quindi indulgenza tout court, a chi crede in Dio e Gesù Cristo, con particolare concessione sia ai fedeli affetti da Coronavirus e a chi li assiste, ai familiari e ai sanitari, sia a tutti i fedeli che pregano per i malati. “Una grazia che risponde al momento che tutti stiamo vivendo, per aiutare tutti a scoprire che Cristo si fa presente nella malattia, nella paura e nella debolezza dell’uomo, come il Buon Samaritano”, sottolinea il canonista don Antonio Interguglielmi.
Così, il Vaticano fa il suo, distribuisce messaggi di speranza in tempi bui che non esistevano nemmeno nel Medio Evo, sottolineando che questo è un momento di prova per tutta l’umanità. Insomma, si assisterà “all’indulgenza e alla remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, dispensa ed applica autoritativamente il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi”.
Ma non finisce qua. Ma il Papa non assolve soltanto, prova anche il miracolo, poiché questo speciale momento di preghiera sarà accompagnato dall’icona della Salus Popoli Romani e dal Crocifisso della chiesa di San Marcello al Corso, le due immagini che il Papa è andato a venerare domenica 15 marzo proprio per invocare la fine della pandemia.
Forse non ci resta che prendere tempo pregando, in attesa che gli scienziati in laboratorio facciano il loro. E sempre in attesa che i politici adottino misure reali.

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