domenica 28 Aprile 2024
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Le aziende devono narrare storie ed emozionare gli utenti

Ancora oggi molte aziende non capiscono che i mercati sono conversazioni, non sono più accettate ‘ingerenze’ autoreferenziali e unidirezionali a senso unico. Non solo, oggi i social hanno diffuso l’egocentrismo globale, dove ognuno vuole sentirsi assoluto protagonista, anche quando c’è l’immissione di un prodotto sul mercato, perché si deve sentire partecipe con un giudizio.

NARRARE STORIE – Quindi, oggi non si può soltanto comunicare e informare, ma il consumatore deve essere coinvolto attraverso la narrazione. Il brand oggi ha cominciato a raccontare storie, i prodotti hanno cominciato a raccontare storie, gli imprenditori devono narrare la loro storia e così il marketing si è fatto narrativo.

Domanda: come si fa a entrare in sintonia con il pubblico?

Risposta: raccontandogli con una ricchezza di particolari l’esperienza che anche lui ha vissuto o l’esperienza che vorrebbe vivere. Infatti, prima di raccontare è necessario predisporre l’auditorio all’ascolto. In questo modo avremo l’identificazione, fondamentale per entrare in sintonia con il pubblico.

E come si coinvolge? Con i 5 sensi, appunto. Creando, quindi, empatia.

Le azioni le racconti come la storia di un film o di un libro o di uno spettacolo, con quei ritmi e quei temi cari al pubblico: l’avventura, il riscatto, l’amore familiare, la comicità, gli equivoci, il sacrificio e i successi. Va creata la cosiddetta trance narrativa d’ascolto.

E come si agisce? Con la fase della preparazione all’ascolto, col racconto, e con la seduzione. Perché alla fine il consumatore deve acquistare. Grazie allo storytelling è possibile informare il pubblico, sedurre e conquistare, influenzare, condividendo le esperienze ma soprattutto emozionare.

RAGIONE, REITERAZIONE, RITO – Oggi, i produttori, quando propongo la mia figura professionale mi risponde che ‘è facile scrivere un post su facebook o su instagram e interagire così col pubblico’. Certo, è facilissimo, ma scrivere un messaggio e affidarlo a un tweet è come gettare una bottiglia con un messaggio dentro in mezzo al mare, affidandosi casualmente alle correnti: forse è il caso di progettare un contenuto, affinchè venga ricevuto e condiviso. E soprattutto ripeterlo nell’azione, confermando le tre regole socializzanti della comunicazione di Foucault: ragione, reiterazione, rito.

Il compito del professionista che si chiama Social media writer  o Content manager o Web content writer è questo: è il venditore di parole ed emozioni, che le rimbalza e le fa condividere ai consumatori, tenendo conto dei contenuti e ascoltando la rete. Creatività, stile, emozioni, tecnica, immediatezza e risultato sono le armi di chi svolge questa figura professionale.

L’azione parte dalla creazione di un sito web, al limite se già esiste dalla sua ottimizzazione, poi dall’uso degli strumenti social che ci permettono di interagire e di entrare in confidenza e condivisione con gli utenti consumatori.

In questo modo di affrontare il web, i social e, in verità, il mondo, resta sempre valida la comunicazione istituzionale, interagendo con altri comunicatori, agendo con articoli redazionali sugli altri strumenti come radio, carta stampata, tv.

L’AZIONE – I punti da sviluppare abbracciano: conoscere il nostro obiettivo; quanti mezzi di comunicazione disponiamo;

qual è il contenuto da comunicare; qual è il target di riferimento; come pianificare l’azione; l’azione è la pubblicazione;

monitorare e ottimizzare.

 

 

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