sabato 11 Maggio 2024
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Questo romanzo è figlio di un miracolo sentimentale

Se dovessi definire con una frase questo mio nuovo romanzo non avrei dubbi: alla fine, questo romanzo è figlio di un miracolo sentimentale.
Ogni romanzo ha una sua gestazione. Ha però dapprima un suo concepimento, poi, appunto, la sua parte di climax e di scioglimento. Ogni romanzo è un rito collettivo, lo dico da sempre. Un romanzo è una biografia collettiva che unisce tante anime uguali e differenti attraverso quelle emozioni che ci rendono così simili, unici, umani.
‘La scelta della pecora nera’ è il mio nuovo romanzo, uscirà a fine settembre per la Historica di Francesco Giubilei, è forse il più bello scritto finora. Forse perché segna il ritorno di José Cavalcanti (evviva, ho anch’io il mio personaggio seriale!), forse perché racconta una dittatura cinica, perversa, distopica come quella dell’Uruguay, forse perché racconta quel legame tra Berlusconi, massoneria e Parlamento italiano per una storia di diritti televisivi legati a un Mundial di calcio. Forse, alla fine, perché racconta che l’amore è un usuraio, che dopo averti reso felice ti chiede indietro il tempo trascorso con lui. Con gli interessi.
Ma chi è la pecora nera della storia?
Maria è una bella donna. Ha tutto dalla vita. Una famiglia che le vuole bene, un padre che l’adora, una ricca rendita, ma sparisce senza lasciare tracce di sé. La sua gabbia dorata le sta stretta, prima sfugge dal marito magistrato, poi dai figli, poi dagli amanti, scavando un solco profondo col padre. José Cavalcanti deve ritrovarla, capire il perché sia sparita in Uruguay, cosa l’ha spinta a mollare tutto per inseguire un sogno folle e romantico. ‘La scelta della pecora nera’ non è un romanzo ma la continua ricerca di se stessi…
Quanto era pecora nera in mezzo a un gregge di pecore omologate? Se lo domanda il detective José Cavalcanti, lo chiede per la ricca e viziata Maria, ex moglie di un magistrato che fugge dalla sua prigione dorata di Córdoba e si rifugia a Montevideo, lo chiede per Chicha, una ribelle tupamara che combatte contro la dittatura uruguagia, lo chiede per Nelson, un giornalista che ha scoperto l’inghippo dei diritti televisivi per un torneo mondiale di calcio con la complicità del Parlamento italiano e della Massoneria, lo chiede per José Pepe Mujica, futuro presidente dell’Uruguay dopo anni di terribile prigionia nelle carceri statali. Ma lo chiede anche per se stesso. Chi può definirsi oggi pecora nera in un mondo stretto nelle sue convenzioni sociali? Pecore nere si nasce, ma si può anche diventare. Come si può diventare bianche da nere.

I romanzi si respirano nei luoghi dove li ambienti. Ma è anche vero che se descrivi il tuo villaggio allora descriverai il mondo. Quando Fëdor Dostoevskij lanciò questa sua frase di sfida al mondo intero non aveva tenuto conto di alcune suggestioni che creano gli altrove letterari. Il Sud America è un altrove dove il realismo magico appartiene al quotidiano e alla consuetudine, dove la vita si apre alla leggenda, dove nulla è uguale a un altro luogo. Il romanzo ‘La scelta della pecora nera’ vi accompagnerà per un lungo viaggio di cinquant’anni in una terra lontana ma vicina, vi scarrozzerà José Cavalcanti col suo sidecar fino a una meta che mai avreste immaginato di raggiungere, dove cielo e oceano si uniscono in una linea diafana, dove l’Argentina e l’Uruguay somigliano tanto alla nostra Italia. E al suo realismo magico.

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