martedì 14 Maggio 2024
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Scarpe rosse e principi azzurri sbiaditi

La battaglia è ancora lunga. Non perché ci si dimentichi di celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne al di fuori del 25 novembre ma perché resistono degli stereotipi nella società italiana. Talmente sono radicati che talvolta sembra che si viva in una bolla ideale mentre il resto del mondo compie passi da gambero. Infatti, in tal senso i dati dell’Istat diffusi sono shock. Sarò sincero, ho organizzato e partecipato a due eventi a Sabaudia e Priverno per sradicare fenomeni contro la discriminazione e la violenza di genere, aumentare le pari opportunità e azzerare i femminicidi. Tutto bello, tutto sentito e partecipato, tranne chi non capisce ancora oggi la differenza tra l’avere opinioni differenti ma remare tutti nella stessa direzione, piuttosto che cadere nella insulsa e idiota polemica politica perché si professano colori e casacche diverse. In questi giorni sono stati presentati libri, scoperti stupendi murales che cancellano orrori urbanistici e ci offrono sugli edifici una tappezzeria colorata e incisiva come se fossimo nel salotto buono di casa, avviati sportelli di denuncia e sostegno, promossi incontri e dialoghi, anche con ospiti finalmente figure maschili, eliminando di fatto quella sciocca autoreferenzialità della Giornata cui abbiamo passivamente assistito negli anni passati. I dati, dicevamo. Raccapriccianti. Il 40% degli intervistati sul fenomeno della violenza di genere crede che le donne possano sottrarsi a un rapporto di violenza sessuale, il 24% crede che siano le donne a provocarla, il 25% pensa che chi la subisce se drogata o ubriaca è in parte responsabile. Ancora con gli stereotipi: il 31% crede che gli uomini non debbano occuparsi delle faccende domestiche, il 28% che è solo l’uomo a dover provvedere al sostentamento economico della famiglia e altre percentuali tipiche maschiliste. Un genere maschile che si ostina a non aggiornarsi, ignorando che le donne vanno prese per la gola, seducendole con manicaretti da noi preparati in cucina. Insomma, il 58,8% della popolazione abbraccia questi schemi mentali che somigliano tanto a dei cliché attuali quanto il cavernicolo che procurava il cibo alla famiglia umanoide, relegando la donna nella grotta ad accudire la prole. Insomma, io e altri apparteniamo al 42,2%. Stamattina mi sono svegliato e mi sono accorto che c’è ancora da lavorare per una rivoluzione culturale da diffondere.

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