Eea. E il mito del Circeo. E le maghe Circe e i novelli Ulisse. Tutto come ieri, Eros e Thanatos ai giorni nostri. Il romanzo ‘L’estate del mirto selvatico’, che uscirà a settembre per i tipi della Frilli, è ambientato proprio al Circeo, in quel microcosmo che abbraccia il promontorio, i laghi salmastri, le dune, la macchia mediterranea, le acque del Tirreno. E poi ci sono i personaggi in carne e ossa, sangue e passione, con l’amore, l’odio, l’invidia, la gelosia, il perdono, la vendetta. E la memoria, perchè se un romanzo non presenta memoria non è un romanzo.
Il romanzo è un omaggio al Circeo, ai suoi colori, ai suoi profumi, ai suoi suoni.
L’isola di Eea viene nominata nell’Odissea come dimora della maga Circe e prendeva il nome da Eos, l’aurora. Che la sede di Circe fosse un’isola è ben chiaro nel libro X dell’Odissea in quanto Ulisse, salito su una roccia scorse nella sua interezza il contorno dell’isola: e il pelago tutto d’intorno la stringe e ghirlanda.
«E su l’isola Eèa sorgemmo, dove
Circe, diva terribile, dal crespo
Crine e dal dolce canto, avea soggiorno.»
Tale isola è stata identificata, fin dall’antichità (lo testimonia Strabone), con l’attuale promontorio del Circeo, che in passato era una penisola; si è ipotizzato quindi che in epoca antica dovesse essere separato dalla terra e circondato dal mare o collegato alla terra da una spiaggia. A ricordo di questa sede ipotetica esiste ancora una grotta indicata come “della Maga Circe”, dove il termine maga (di uso popolare e letterario non greco) sostituisce quello originario di dea, nonché le rovine del cosiddetto “Tempio di Circe (o di Venere)”, dove fu rinvenuta una testa di una statua, attribuita alla divinità. La dimora di Circe era al centro dell’isola, in un’aprica pianura e in giro si vedevano ampie strade.
Ed è proprio al Circeo che è ambientato il romanzo ‘L’estate del mirto selvatico’, che uscirà a settembre per i tipi della Frilli.
