Cambiare tutto affinché nulla cambi. In queste ore in cui i partiti hanno scelto per il Mattarellabis abbiamo pensato tutti al gattopardismo. Non so se è l’ora più buia per il nostro Paese con i partiti che si sconfessati nel loro interno ma certo il trionfo dell’unità e della condivisione auspicata da molti leader in realtà si è trasformato in un boomerang che lascia presagire guerre e lotte. Sempre citando Churchill la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora: anche su questo riflettiamo, tra l’amarezza e la consapevolezza per aver la fortuna di scegliere i propri rappresentanti. Certo, per guidare la nave fuori dalla tempesta cambiare adesso forse non aveva senso, ma di Mattarella, oggi sovrano assoluto acclamato e pregato, non si discute la scelta ma il metodo, coi partiti che hanno offerto uno spettacolo indecoroso, tra sgambetti, giravolte, schede bianche, astensioni e voti da bar. Però freniamo la rabbia: il Parlamento resta lo specchio del voto popolare. Sono i migliori. O almeno lo credevamo.
Cambiare tutto per non cambiare nulla grazie ai migliori
