mercoledì 15 Maggio 2024
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E a Trevignano si rivelò ancora la Madonna

Inerpicarsi sulla collina per cercare di scorgere l’immagine della Madonna. O, meglio, per ascoltare il suo messaggio. È il 3 del mese. Siamo a luglio. La location è la vetta della collina che domina Trevignano Romano, 50 minuti a nord di Roma, un borgo turistico a uso e consumo di un weekend spensierato, ma la Madonna qui la ‘vede’ solo Gisella Cardia, la veggente finita nel polverone mediatico per la statuetta della Madonna che piange sangue, per le stimmate, per il collegamento spirituale con la Vergine. Sempre il 3 di ogni mese.
Ci siamo andati. Non tanto per fede, però c’entra la divina curiositas, perché va rispettato anche chi crede. Ci siamo arrampicati per una mezzoretta sul sentiero del Parco regionale Bracciano Martignano, ai fianchi sei scortato da fichi selvaggi, roverelle, cornioli, olmi, ginestre, volgi lo sguardo alle spalle e si riflettono le acque del lago di Bracciano, davanti una mulattiera ti conduce su uno spiazzo dove c’è la veggente, una croce, un altare, la capanna da presepe e la teca con la Madonna, pochi metri più in là una grande statua di Gesù in croce. L’appuntamento è alle 15. Prima di cominciare sotto un sole cocente Gisella chiede col megafono rispetto per la preghiera: “Non vogliamo soldi, non vogliamo pubblicità, ma solo pregare tranquillamente. Lasciateci in pace, ve lo chiedo con il cuore” si rivolge alle troupe dei giornalisti che stazionano fuori dalla recinzione, più incuriositi che annoiati come appaiono invece carabinieri e poliziotti che si chiedono quale è il servizio che stanno facendo lì. I fedeli invece se ne stanno lì, energici, speranzosi, sono un centinaio, sono seduti sulle panche, in procinto di pregare, di sgranare il rosario, di aspettare la nuova rivelazione della Madonna tramite Gisella. Ma è stanca la veggente. Ha la voce rotta dall’emozione sin dall’inizio delle preghiere, da quando sono stati snocciolati i cinque misteri gaudiosi. Il servizio d’ordine di volontari dell’associazione della Madonna di Trevignano fa un cordone di facciata, forse ce l’ha solo con i cronisti e le telecamere, scherma Gisella con degli ombrelloni marroni, non vuole far rimbalzare all’esterno quello che accade su quel magnifico balcone che s’affaccia sul lago di Bracciano. Guardiamo, scrutiamo, osserviamo la gente che staziona lì. Non hanno facce e atteggiamenti da sfigato, non ci sono disperati, non ci sono relitti umani, ci sono persone che pregano, molti credenti, qualcuno cercherà anche una grazia, ma in verità c’è una normalità assoluta. E questa è l’aria che si respira. L’arco anagrafico delle generazioni è tutto rappresentato, giovanissimi, adolescenti, giovani, persone mature, anziani. Forse anche i ceti sociali sono tutti ben rappresentati. Te ne accorgi da come si vestono, dalla postura, dai tratti del viso. Stanno lì e vanno dietro ai misteri gaudiosi. Pregano, recitano il rosario, si raccomandano la propria anima e forse quella del mondo.

Dopo l’ultimo mistero gaudioso, Gisella finalmente parla, è spossata, è esausta, fa caldo, è stressata da tutto il clamore mediatico e le accuse che le sono piovute addosso, o forse è solo lo sforzo della comunione spirituale con la Madre. Lo legge il messaggio della Madonna, lo ha trascritto, la voce va avanti, stanca: “Viviamo in un momento difficile, la Madonna ci dice di non restare attaccati alle cose del mondo, di non pensare solo a quelle, di riunirsi in preghiera, in cenacoli per pregare”. Eh, difficile darle torto: tra gli sconvolgimenti climatici, il conflitto russo-ucraino che rischia di allargarsi, la crisi economica mondiale che non accenna ad arrestarsi, be’, il mondo non gode di ottima salute. Chissà, forse ha ragione Gisella. Alla fine, forse non resta che pregare.

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