Il primo ministro Johnson ratifica la Brexit mentre il padre chiede la cittadinanza francese perché europeista convinto. Intanto la sinergia europea antiCovid vacilla: Germania e Francia saltano il Vax Day e fanno immediata scorta di antidoto.
Altro che la guerra dei Cent’anni. Il conflitto familiare tra il premier inglese Boris Johnson e il papà Stanley appartiene più alla narrazione sudamericana e mediterranea che british. E sì, perché se nelle scorse ore è stata ratificata l’uscita dell’UK dalla UE il papà dello statista inglese ha sbottato, ha fatto valere il suo albero genealogico di radice francese ed ha chiesto la cittadinanza di Parigi pur di restare europeista a tutto tondo. Certo, la storia si rinnova specchiandosi nella guerra dei cent’anni, quel conflitto tra il Regno d’Inghilterra e il Regno di Francia che durò, con varie interruzioni, centosedici anni, dal 1337 al 1453. E la storia ridacchia, perché all’epoca anche la Scozia si schierò contro l’Inghilterra. E anche oggi, nonostante il referendum del 2014 vinto dagli unionisti, la Scozia reclama la sua parte di libertà dal giogo inglese con la nuova eroina che di Braveheart eredita il temperamento: infatti la premier Nicola Sturgeon è decisa a tentare il nuovo strappo richiamando i valori europeisti. Valori che vacillano nelle ultime ore: neanche la pandemia ha unito la UE, come testimonia il simbolico Vax Day disatteso 24 ore prima da Francia e Germania e come attesta il numero di antidoto prenotato e già arrivato a destinazione nelle due sorelle disobbedienti nel numero di 19mila e di 150mila, quote decisamente superiori a quelle giunte dalla Pfizer belga alle sorellastre della UE. Che abbia ragione Johnson’s son?
della UE. Che abbia ragione Johnson’s son?
