venerdì 3 Maggio 2024
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Alzi la mano chi crede a Babbo Natale

Un gruppo di genitori di una classe della quinta elementare (!), cioè di ragazzi di 10 anni, della scuola primaria di Coverciano (Firenze) ha inviato una pec di protesta al preside perché l’insegnante di religione nella sua ora ha posto un quesito che fatto vacillare la salute mentale e affossato la verginale sensibilità degli alunni: “quanti di voi credono ancora all’esistenza di Babbo Natale?”, svelando poi le origini del paffuto e baldanzoso omone che distribuisce regali ai bravi bimbi che però si sono allertati per tempo a scrivere una letterina (oggi detta wish list). Il sondaggio ha portato in risposta un equilibro democristiano difficile da scalfire anche nei bimbi che però avrebbero dovuto avere nel sangue la fiera discendenza di guelfi e ghibellini: 6 sì, 6 no, 2 astenuti. Una parità di origine cerchiobottista, anzichenò. Ma sta di fatto che i ragazzini, una volta rincasati, hanno sbottato nei confronti dei genitori accusandoli di avergli mentito, palesando un trauma per la rivelazione dell’insegnante. Fermo restando, il provvedimento da parte del preside nei confronti dell’insegnante su un’ipotetica circonvenzione d’incapace, in verità ascoltando casualmente nei bar i commenti su questa vicenda ho notato come gli avventori sgranavano gli occhi e si lasciavano andare a perplessità del tipo “stiamo tirando su dei ritardati” o “future generazioni di nani e ballerine”, avvicinandosi così alla deriva del Vannacci pensiero. Cerchiamo, in verità, di essere più comprensivi con questi genitori scandalizzati di questi bambini traumatizzati, spiegategli con cautela che i bambini non li porta la cicogna e non si trovano nei campi sotto i cavoli, che gli unicorni non esistono, che le carrozze di zucca e le casette di marzapane sono una cinica invenzione. E per rigenerare i bambini così scossi regalate a queste famiglie una vacanza a Rovaniemi. Sola andata.

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