sabato 4 Maggio 2024
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Il patriarcato, Babbo Natale e il matriarcato

Lo confesso, ho sempre peccato. Questo perché ho sempre precorso i tempi. Certe cose non le confessi pubblicamente perché hai sempre il timore di non essere capito e quindi non essere accettato. Però l’indole di visionario narrativo mi ha sempre abitato. Così oggi che il patriarcato viene additato a modello becero e superato finalmente posso esprimere a gran voce quel desiderio che ho coltivato e nutrito sin dalla tenera età: non capivo per quale motivo i regali me li dovesse recapitare Babbo Natale direttamente dal camino, dopo che si era sciroppato chilometri aerei con la sua slitta trainata da renne senza ali. Mi chiedevo, poi, come entrasse nel camino, con quella trippa alla deriva, frutto di una cattiva alimentazione e di un forte consumo di superalcolici di pessima qualità. Così non mi capacitavo perché, essendo la notte dei desideri, non avrei potuto esprimere nella mia personalissima wish list al posto della visita del trippone vestito di rosso una avvenente donna, che già con la sua silhouette, il suo sorriso, le sue moine, fasciata in un tubino elegante (sempre coi colori bianco e rosso, la tradizione nelle tonalità cromatiche va rispettata!) sarebbe stata un autentico pacco dono.

Lo ignoravo, ma sin dalla tenera età mi sono sempre battuto per il matriarcato, oppure, semplicemente, per la parità di genere: se esisteva un Babbo Natale (rubicondo, anzichenò) perché non sarebbe potuta esistere una Mater Natale, meglio se sexy? Così, se andavano accontentati i bambini che desideravano la visita del ciccione proveniente dalla Lapponia perché non si potevano accontentare i bambini (discoli o rivoluzionari, fate voi) che invece avrebbero volentieri optato per la visita a domicilio di Miss Natale?

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