Il reality show va in scena sul palco della vita. Farsesca la vita del presidente ucraino Zelensky, che da una sit-com politica dal titolo emblematico ‘Servitore del popolo’ viene catapultato ai vertici politici (reali) del suo Paese. Vince le elezioni perché la sua Ucraina non sarà “il partner corrotto dell’Occidente” né “la sorella minore della Russia”. Così, si potenzia la strada per entrare nella Nato e nella Ue, solo che davanti ai fatti resta solo dinanzi alla Sante Madre Russia che nel cortile di casa non tollera presenze ‘estranee’. Spalleggiato dai partner occidentali, Zelensky nell’ultimo video si sente sedotto e abbandonato al suo destino dall’Occidente, ma rifiuta i soccorsi di fuga e dice (forse recitando in mimetica) che combatterà in Ucraina. Sbeffeggia Draghi che alle 9.30 non gli risponde al telefono perché il premier italiano avrebbe potuto solo un’ora dopo (“la prossima volta sposterò le lancette della guerra” ha detto), così sentendosi solo e accerchiato da Putin e dall’immobilismo europeo sulle sanzioni dà una lezione di dignità all’Occidente: niente fughe rocambolesche come ci hanno insegnato i nostri Reali dopo l’armistizio di Cassibile o Carles Puigdemont, presidente della Generalitat catalana. Stavolta, però, ha deciso che parlerà direttamente lui con Putin. Senza intermediari. Che non ci sono. Ma così una fine stile Salvador Allende è sempre più concreta.
Zelensky sedotto e abbandonato dall’Occidente
