lunedì 13 Maggio 2024
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Franco Gatto un eroe e i codardi col telefonino come una fiction

Franco Gatto se n’è andato da eroe. Prima però ha salvato tre bambine dalle onde impetuose del mare. Quel mare che amava tanto lo ha, alla fine, accolto a sé, lo ha messo a dura prova e poi lo ha abbracciato. È morto da eroe quest’uomo che il prossimo 29 agosto avrebbe compiuto 60 anni. Siamo al lido di Latina, nella sua parte più selvaggia, chiamata Rio Martino, dove sarebbe dovuto sorgere un porto che nel tempo è diventato una sorta di approdo per pochi pescherecci, l’uomo se ne sta con la moglie e parte della famiglia a godersi quel litorale cantato da Virgilio, quando vede tre ragazzine in difficoltà, il pensiero di non farcela lo attraversa per un attimo, poi si lancia come, chissà, da ragazzino, veniva qui col gruppo degli amici, partitelle infinite al pallone sulla sabbia, poi una corsa sfrenata verso il mare e quindi la caduta rovinosa e festosa tra le onde per cercare refrigerio. Franco odora il pericolo, ma sa che esiste il coraggio, la generosità, l’altruismo, così corre verso quel mare ricordando le folli corse da adolescente, riesce a trarle in salvo. Poi, esausto, affonda, crolla. Il suo cuore non ce la fa a reggere lo sforzo. La vita va avanti: lui ha allungato la vita delle tre ragazzine, la cui somma non arrivava alla sua, sacrificando la propria, ha abbracciato la vita e la morte come un Giano bifronte, quasi barattando la sua con quella, giovanissima, delle tre ormai in salvo. Un eroe. Vero.

E da qui un’altra riflessione. Franco si accorge delle difficoltà delle bambine, ci pensa su un attimo, poi si lancia, si tuffa, lotta. Gli altri in spiaggia filmano, con un caxx di telefonino in mano filmano, si sentono partecipi di quel momento, non comprendono che in atto c’è una lotta tra la vita e la morte, non arrivano a capire che non è in corso una fiction, non sanno cos’è l’aiuto, non capiscono nulla. Il metaverso per loro è vita, quella dall’altra parte, quella da condividere, quella sì che per loro è vita. Non hanno ancora afferrato il senso della vita, quella vera, quella che sta di qua. Perché non ce lo avranno mai.
E da qui un’altra riflessione. Franco si accorge delle difficoltà delle bambine, ci pensa su un attimo, poi si lancia, si tuffa, lotta. Gli altri in spiaggia filmano, con un cazzo di telefonino in mano filmano, si sentono eroi, non comprendono che in atto c’è una lotta tra la vita e la morte, non arrivano a capire che non è in corso una fiction, non sanno cos’è l’aiuto, non capiscono nulla. Il metaverso per loro è vita, quella dall’altra parte, quella da condividere, quella sì che per loro è vita. Non hanno ancora afferrato il senso della vita, quella vera, quella che sta di qua. Perché non ce lo avranno mai.

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