sabato 4 Maggio 2024
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La burocrazia, l’errore umano, Kafka e il caso del ministro Costa

Più che da un romanzo sudamericano la vicenda che vede coinvolto l’ormai ex premier portoghese Antonio Costa sembra uscita da un romanzo scritto da Franz Kafka. Infatti, dopo che il 7 novembre il primo ministro del Portogallo aveva rassegnato le dimissioni per l’accusa di corruzione ecco che oggi si scopre che il suo nome era finito nelle indagini della Procura per un mero errore di omonimia nella trascrizione, essendo invece indagato il ministro dell’economia Antonio Costa Silva.
Sembra una gag di ‘Scherzi a parte’ o, meglio (o peggio), un’ambientazione e una trama appena vomitata dalla penna corrosiva dello scrittore praghese, ispirata a ‘Il processo’o a ‘Il castello’. Ricorderete che nell’architettura narrativa di quest’ultima opera il protagonista, K., giunge in un villaggio per lavorare come agrimensore ma in verità la sua assunzione è frutto di un errore burocratico, burocrazia che non può permettersi di ammettere questa clamorosa falla, costringendo l’uomo a barcamenarsi per sopravvivere e così affidarsi a quel disegno incomprensibile che è il Deus absconditus, quella legge che stabilisce cosa è il Bene, il Male e il destino stesso, una legge da cui è impossibile accedere, con l’uomo che continua a sperare nella benevolenza di Dio (e, quindi, del Caso). Insomma, un po’ quanto è accaduto a Costa, accusato di corruzione per le concessioni sulle miniere di litio nel nord del Portogallo e su un progetto per un impianto per l’idrogeno verde. Così, il premier ha rimesso il suo mandato nelle mani del presidente della Repubblica, che ha definito già le nuove elezioni, eliminando così uno dei governi più solidi dell’Europa. Ora, invece, si scopre la trasparente negligenza degli investigatori che hanno trascritto nelle intercettazioni, con puerile leggerezza e superficialità, il nome di Costa al posto di quello di un altro.
Se gli autori sudamericani hanno amplificato nelle loro opere romanzesche quel realismo magico già esaltato da Kafka ora ecco che oggi assistiamo alla messa in pratica del frutto della fantasia applicata alla vita reale. Con effetti, più che disastrosi, estremamente ridicoli.

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