Quando ho letto della reazione del premier Draghi rispetto alle legittime perplessità dei ministri della Lega Garavaglia e Giorgetti sulla discriminazione in atto verso gli studenti non vaccinati mi sono tornati in mente i diktat di mia madre. Draghi ha risposto ‘la penso come voi, ma non si può fare altrimenti: questo è’. Punto. Cioè, ha disarmato l’interlocutore, lo ha prima annebbiato poi lo ha colpito. Appunto, come mia madre. Mi tornano in mente le richieste mie e di mio fratello in spiaggia, ansiosi di tuffarci tra le onde: ‘sono d’accordo con voi, ma avete mangiato la pizza. Il bagno è previsto alle 11’. Se provavi una timida obiezione, la risposta arrivava dopo la prima sillaba fiatata: ‘questo è’. Un cliché che si ripeteva nel ‘scenderai in cortile a giocare con i tuoi amici quando avrai fatto il riposino pomeridiano’. Figuriamoci se fossimo d’accordo, ma ‘questo è’. E che dire del ‘oggi non giocherai a calcio con i tuoi amici perché ogni tre calci al pallone avete lanciato tre parolacce’, tu ribattevi che c’è la foga, l’agonismo, la pugna, ma lei sentenziava con ‘questo è’. Discorso chiuso.