mercoledì 15 Maggio 2024
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Il finale di Trump è da trash tv, però sono Usa da peace and love

Si chiude l’era Trump in modo grottesco e bizzarro, molto hollywoodiano. L’assalto a Capitol Hill resterà epico per la figura folkloristica di Jake Angeli e per l’arroganza di Donald. Eppure con lui gli Usa sono riusciti a non entrare in alcun conflitto bellico.

Prendete qualche scena di Scuola di Polizia e Una pallottola spuntata, ma anche frame da L’ultima follia di Mel Brooks e L’aereo più pazzo del mondo, shakerate con insistenza, poi alzate il volume del vostro stereo con uno qualsiasi dei successi dei Village People e, forse, otterrete, una delle sceneggiature più strampalate prodotte sinora da Hollywood. Forse nemmeno nessun sceneggiatore affetto da un uso massiccio di alcaloidi avrebbe potuto osare tanto, ma l’attacco a Capitol Hill resterà una delle pagine più dolorose, inquietanti, grottesche e bizzarre all’interno di una democrazia occidentale.

E sì, ammettiamolo pure. Se avessimo assistito all’assalto del Congresso in una qualsiasi Repubblica delle Banane avremmo riso, dopo che il presidente uscente (che casualmente chiameremo Donald Trump) si fosse rifiutato di cedere il posto al suo rivale eletto democraticamente (che sempre in nome della casualità chiameremo Joe Biden). Il primo (Trump) avrebbe da giorni arringato la folla, urlando di brogli e scippi elettorali, poi avrebbe chiamato alle armi i patrioti per impedire al neopresidente (Biden) di essere confermato vincitore delle elezioni. E poi l’assalto finale con tanto di personaggi folkloristici che anche mia nonna avrebbe avuto difficoltà a distinguere tra carnevale, farsa e tragedia.

Forse era tutto già scritto? Forse. Come dimenticare l’agosto del 2017 quando Trump in versione John Wayne promise ‘fuoco e fiamme’ a Kim Jo Sung, leader della Corea del Nord, cui pubblicamente invidio il coiffeur personale, quando per giorni si rimpallarono accuse, vendette e ritorsioni assortite?

E la vicenda Maduro e Guaidò in Venezuela del gennaio 2019? Quando il primo, presidente erede del socialismo di Chavez, accusato di corruzione e sistema antidemocratico, fu contrapposto dall’avvocato voluto da Trump che giurò in piazza, fuori dal Parlamento, di guidare il suo Paese?

E i tweet compulsivi di Trump?, che scriveva come qualsiasi adolescente post a ripetizione, dimenticando di rappresentare l’istituzione. Tanto che Twitter gli bloccava i cinguettii, finché anche Facebook e Instagram ora lo hanno bloccato. Come se fosse un bambino molesto. Insomma, un personaggio che appartiene nell’immaginario collettivo a quegli Stati fantoccio creati ad arte dagli Usa in giro per il mondo; poi, ecco arrivare la legge del contrappasso. Forse, come dice qualcuno, dopo aver esportato per così tanto tempo in giro per il mondo la democrazia, ecco che a casa propria è finita.

Eppure, con Trump gli Usa hanno ripreso a correre economicamente e hanno evitato ogni tipo di conflitto bellico. Contraddizioni? Eppure sono dati positivi.

Ne parleremo a ‘La casa di Campagna’ venerdì 8 gennaio ore 15 con l’editore e scrittore Francesco Giubilei, autore del saggio ‘Storia del pensiero conservatore’, tradotto e diffuso in Usa, considerato dalla rivista Forbes tra i 100 under 30 più influenti in Italia.  

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