martedì 14 Maggio 2024
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Razov, la libertà d’espressione e quella di zittire il dissenso

Da che parte stai? Resta la domanda più ricorrente dopo che, esplosa la guerra in Ucraina, ci si domanda sulle ragioni e sulle motivazioni di Putin e sulle provocazioni dell’Occidente alla voce Nato e Ue. Fa parte del rigore logico e sentimentale di chi potrebbe avere una visione tridimensionale delle cose, anche se davanti alla querela da parte dell’ambasciatore russo in Italia, tal Razov, capisci subito la differenza tra libertà d’espressione e libertà di zittire chiunque non la pensi come te. Il rappresentante putiniano si scaglia contro Domenico Chirico, reo a suo dire di aver considerato su La Stampa la possibilità dell’uccisione del presidente della Russia, ergo andrebbe punito per istigazione a delinquere e apologia di reato. Peccato che nell’articolo incriminato tutto questo non ci sia. Ma in un Paese dove vengono arrestati cittadini solo perché chiamano guerra la guerra o manifestano con un foglio bianco in nome della pace sintetizza la differenza tra il concetto di democrazia occidentale e quello dell’arroganza autocratica dalle parti del Cremlino.

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