martedì 14 Maggio 2024
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Sto con l’orsa ma JJ4 non è un peluche

L’orsa JJ4 non si trova, il Tar ha annullato la decisione di sopprimerla e il pubblico si divide sempre più in ‘ammazzalorso’ e ‘salvalorso’, che somiglia a quelle schermaglie delle arene dei cold case pronti a essere risolti con le frange di ‘colpevolisti’ e ‘innocentisti’.

La storia la conosciamo. Il 26enne runner Andrea Papi mentre faceva jogging nella Val di Sole in Trentino è stato ucciso da un’orsa (che aveva già aggredito altri esseri umani), il presidente della Provincia di Trento ha emesso un’ordinanza per eliminarla, il Tar pressato dagli ambientalisti -come già in precedenza- ne ha bloccato l’esecutività, intanto la caccia continua ma l’orsa è irreperibile (o latitante, fate voi) poiché il collare elettrico s’è scaricato. C’è chi ha paura della recidività dell’orsa, che è sì pericolosa ed ha ormai assaggiato il sangue umano, c’è chi ne invoca la legittima difesa (magari mamma orsa scortava i cuccioli, magari s’è spaventata, magari è stato Andrea che terrorizzato ha aggredito JJ4), più chi discetta sull’equilibrio sempre più difficile da (ri)trovare tra natura e urbanizzazione, chi richiama a una zona più nature e franca rispetto a quella selvaggiamente antropizzata.

Ma il dibattito si è alzato al limite del surreale. Così quando un presidente di un ente dispone la cattura e la soppressione della belva ecco che si levano alti gli scudi dei comitati ambientalisti a difesa dell’animale, che è nel suo habitat ed ha aggredito l’uomo perché spaventato. Metti su una stadera la vita umana e la vita animale. È uguale. Forse questa narrazione emozionale del mondo animale ci è un po’ sfuggita di mano, considerato che molti credono che la trasposizione nei cartoon o nei peluche degli animali sia quella reale, non capendo che c’è differenza tra mondo virtuale e reale. Ma non è colpa dei film o dei social, la responsabilità resta sempre umana. Siamo un po’ tutti presi da una narrazione isterica, dove confondiamo la vita reale con i sogni e peggio ancora con un mondo interattivo che è diventato una bolla in cui rifugiarsi e vivere, invece che tessere relazioni per incontrarsi poi qua, toccarsi e amarsi, nella vita di tutti i giorni, per concretizzare obiettivi e sogni, riconoscere pericoli laddove ci sono, e un bosco con animali selvatici lo è. Fermo restando di essere come tutti, cioè di vivere la vita reale e usufruire dei servizi di quella virtuale (a cui appartiene anche la divulgazione di questo articolo), di amare la natura ma di non credere alla favola della felice convivenza tra uomo e animale selvatico e feroce, come reagiremmo se JJ4 dovesse mietere un’altra vittima?

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