martedì 7 Maggio 2024
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In viaggio con la morte: un romanzo che ha avuto un parto difficile

«Certo, quando sei triste vedi tutto nero, hai una spossatezza interiore che si allarga, come piccole metastasi, ma poi la voglia di vivere ha il sopravvento, arresta il tumore della disperazione e dopo un po’ di tempo vedi di nuovo la luce…»

In libreria dal 21 marzo In viaggio con la morte (Mursia, pagg. 300, Euro 18,00), il nuovo avvincente romanzo di Gian luca Campagna che mette al centro il tema delicato dell’eutanasia ma anche la dirompente voglia di vivere insita nell’animo umano.

Carla, vedova e malata terminale, contatta il giornalista romano Gianni Colavita che dieci anni prima ha seguito l’omicidio rimasto irrisolto di suo figlio. La donna gli chiede di accompagnarla nel suo ultimo viaggio in una clinica svizzera dove ha prenotato il suicidio assistito.

«Eccola lì, sola con la sua disperazione, avvolta in un lutto inconsolabile. Una Penelope fedele, consapevole che il suo Ulisse non arriverà mai. La sua era stata un’attesa fatta di assenza, un lutto impossibile da elaborare, un trauma sordo da dimenticare, un dolore divenuto materiale, allevato in una stanza quotidianamente rassettata e spolverata. Perso l’unico figlio, perso il marito, s’era smarrita anche la sua esistenza. L’assenza delle persone amate era diventata presenza devastante. E la sua vita era scivolata nel nulla. »

Il cronista decide di assecondarne le volontà ma solo a patto che il viaggio si trasformi in un’avventura per esaudire gli ultimi cinque desideri di Carla. Così, a bordo di una spider, la strana coppia inizia a collezionare frammenti di un puzzle che li riporterà ai fatti di dieci anni prima. E poi la Svizzera, per esaudire l’ultimo, disperato, desiderio. E risolvere finalmente il caso.
Un giallo che tra colpi di scena, tensione e un pizzico di umorismo tiene il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina.

«Quando ho cominciato a scrivere In viaggio con la morte non era un gran periodo per me, il mio cuore scoppiava come un dipinto di Hopper, ‘Nottambuli’. Era la fine del 2019 e pesavano ancora tante ombre. ‘Ho dipinto, forse senza saperlo, la solitudine di una grande città’, questo disse Edward Hopper. Come il pittore, avvertivo un forte senso di vuoto, un senso di smarrimento che poi diventerà profonda incertezza col Covid. Poi, ha prevalso il senso della vita, i suoi vari significati, dove dramma, farsa e ironia si fondono, dove i protagonisti decidono nell’ultimo percorso di vita di accompagnarsi sconfiggendo angoscia e solitudine.», dichiara Gian Luca Campagna, «Nei miei processi di scrittura i dipinti mi hanno sempre aiutato. Hopper e la sua solitudine notturna mi hanno aiutato a superare la mia, utilizzando massicce dosi di ironia. Così, questo è un romanzo che ha lasciato profonde tracce dentro di me, perché ho dovuto affrontare il diritto alla morte. Tutti nasciamo coltivando il diritto alla vita, lo dobbiamo alla nostra natura, all’istinto di sopravvivenza, all’insegnamento cattolico, però conoscendo un mondo fatto di sofferenza resti spiazzato dal dolore, dall’angoscia e dal senso di vuoto di chi ha deciso per la dolce morte perché crede che sia arrivato il termine della linea della sua esistenza. Carla, la protagonista femminile del romanzo, dice ‘che andare incontro alla morte deve avere la stessa dignità di nascere e vivere, quasi vestirsi a festa. Una persona dovrebbe affrontare questo percorso in piena coscienza’. Parole dure da accettare ma il diritto alla morte presuppone la libertà dell’individuo».
Gian Luca Campagna (Latina, 1970) è scrittore, giornalista e comunicatore d’azienda. Ha pubblicato i romanzi Molto prima del calcio di rigore (2014), Finis terrae (2016), Il profumo dell’ultimo tango (2017), L’estate del mirto selvatico (2019), La scelta della pecora nera (2020). Con Mursia ha pubblicato nella collana Giungla Gialla Mediterraneo nero (2021) e Il teorema dei vagabondi pitagorici (2021).

Il romanzo abbraccia un tema attuale come quello dell’eutanasia. Abbiamo diritto alla vita, ma qualcuno osserva anche che abbiamo il diritto alla morte. In Italia il tema è sempre stato molto dibattuto, qualche parlamentare ha anche abbozzato una proposta di legge sulla dolce morte ma non riesce a trovare la giusta strada, così molti italiani decidono per l’eutanasia nel Paese più vicino dove è possibile. Infatti, dal 1998 al 2020 sono stati 159 gli italiani che hanno scelto una clinica della dolce morte in Svizzera. L’eutanasia resta oggetto di vivo dibattito e al centro di accese controversie in ambito morale, religioso, legislativo, scientifico, filosofico, politico ed etico. In Italia la Corte cosituzionale ha espresso un parere rispetto alla illegittimità costituzionale dell’art. 580 del Codice Penale (Istigazione o aiuto al suicidio), prevedendo una deroga all’applicazione dello stesso (non punibilità) in casi simili a quello posto in giudizio (Sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale, G.U. 27 novembre 2019 n. 48). La sentenza arrivò a conclusione della vicenda del tetraplegico Fabiano Antoniani, conosciuto anche come DJ Fabo, trasportato in Svizzera nel febbraio 2017 dall’attivista Marco Cappato, al fine di ottenere l’eutanasia. Come atto di disobbedienza civile Cappato al rientro si autodenunciò alla Procura, focalizzando così sulla vicenda un acceso dibattito mediatico e politico. Il 30 giugno 2021 era iniziata la raccolta firme, promossa dall’associazione Luca Coscioni, per il referendum che puntava a legalizzare l’eutanasia. Il 15 febbraio 2022 la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia, ma il dibattito resta ancora molto vivo.
Nel romanzo viene affrontato il tema, sotto diversi punti di vista, sempre in tono leggero seppure emotivo, anche perché ‘In viaggio con la morte’ non è un saggio, ma un libro che vuole aprire gli spazi a diverse riflessioni.

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