sabato 11 Maggio 2024
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Quando tutti tifano contro di te ti senti inadeguato

Lo confesso. Per una volta mi sono sentito l’altro. L’altro nel senso dell’oppressore. Mi smarco dal tema di queste giornate e torno a occuparmi per poco dell’argomento più serio tra le cose frivole: il calcio. E come tutti, come sempre, quando gioca la Nazionale mi sento cittì. Però, ieri è scattato un sentimento diverso. Di inadeguatezza, soprattutto. E sì, perché assistere al match contro la squadra ucraina, vessillo di un Paese martoriato da una guerra infinita, mi ha fatto stare con un anomalo forte senso d’inquietudine dalla parte dell’altro, come se l’altro si fosse tramutato nel cattivo di quella storia. Emozione strana, stranissima. Tutto quello stadio, in terra neutrale, con i colori gialli e azzurri che coprivano ogni sagoma, che urlavano cori di incoraggiamento verso i loro beniamini per strappare il pass all’Europeo mi hanno lanciato nei ricordi del film di John Huston ‘Fuga per la vittoria’. La suggestione era talmente alta che quando i tifosi ucraini intonavano l’amato nome del loro Paese con un’enfasi patriottica e nostalgica mi pareva che si convertissero nelle urla di ‘Victoire! Victoire!’ che sono diventate iconiche in quella magnifica pellicola.

E poi gli Azzurri con quella maglia bianca scarabocchiata non sembravano nemmeno figuranti dell’Italia. Così, a un certo punto non sapevo se scorrevano una serie di fotogrammi di quel film e restavo disorientato chi e cosa tifare, con gli ucraini spinti dal tifo neutrale, decisi ad annientare sportivamente i loro ipotetici aguzzini. L’aggressività sportiva, l’alzare il campo così da parte degli ucraini nei primi minuti della partita, la fame di vittoria, i giocatori gialloblù così volitivi nel cercare di regalare attimi di gioia a un Paese dilaniato dalla tragedia della guerra, ti spingeva quasi istintivamente a vedere la rete gonfiata. Poi, però, lo smarrimento è passato. L’altro non era falloso come la rappresentativa nazista del film, l’altro giocava un calcio a tratti anche frizzante. Insomma, l’altro non era il cattivo. E mi sono anche rincuorato. Soprattutto per il risultato finale. Bravi azzurri, il pass europeo è arrivato, cara Ucraina in bocca al lupo per gli spareggi.

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